UNA STRADA COMUNE. Il Gruppo trekking della Comunità di San Gillio.
Gli operatori della Comunità di San Gillio Federica Caputo e Salvatore Smedile raccontano l’esperienza della “Passeggiata archeologico naturalistica a Caselette” dello scorso 24 ottobre 2021 organizzata dal G.A.N.V.
Una giornata speciale per i loro ragazzi diversamente abili che hanno partecipato all’evento, con la consapevolezza da parte del GANV e della Comunità di San Gillio di collaborare insieme nel 2022 per riproporre nuove escursioni integrando il binomio storia/natura con gli aspetti sociali.
“Il gruppo Trekking della Comunità “Il grande albero” è attivo da gennaio 2021.
I suoi obiettivi sono quelli di amalgamare persone con diversa abilità, di incrementare la loro autostima, di recuperare stabilmente il loro benessere psicofisico e di approfondire la conoscenza del territorio circostante.
La continuità del progetto ha sviluppato un’onda emotiva che ha rinforzato di volta in volta le aspettative dei suoi partecipanti. La camminata alle pendici del Musinè, con ritrovo presso la Villa Romana di Casellette e visita archeologica con una guida ha messo in luce obiettivi inattesi. Per noi operatori è stato motivo di soddisfazione constatare che i ragazzi se la cavano su tutti i fronti e che, sostanzialmente, il nostro compito è quello di raccogliere gli aspetti significativi delle loro esperienze.
Far parte, per un giorno, di una collettività che di domenica sceglie di trovarsi in natura, ci ha notevolmente arricchito. E all’esterno che si può misurare il proprio livello di inclusività. All’interno del luogo in cui si vive, coadiuvati da operatori predisposti e formati ad accogliere la diversità, è tutto più facile e scontato. Quello che un giorno toccherà ai nostri ragazzi sarà di provare a mischiarsi con degli sconosciuti senza la rete di protezione di un progetto educativo, ovvero non aderire troppo a tempi regolari e riti della quotidianità. In uno spazio allargato si è costretti a condividere il proprio vissuto con quello degli altri, a negoziarlo con gli strumenti che si hanno disposizione.
Per questo, senza schemi predefiniti, abbiamo portato i ragazzi in un contesto dove dovevano interagire senza intermediari. Siamo stati a una distanza di sicurezza, discreta, per osservare come si comportavano in una scena ambientale e sociale completamente inedita per loro. Li abbiamo visti talmente a proprio agio che raramente cercavano i nostri sguardi. Per niente intimoriti, non hanno subito o sentito il peso di un giudizio negativo nei loro confronti. D’altronde, ogni persona ha il diritto di andare con le proprie gambe, di sperimentarsi in cerca della propria dimensione. La conquista è personale: quello che si impara da soli si interiorizza e serve per riempire il bagaglio delle proprie esperienze. L’escursione era guidata da persone che i ragazzi hanno visto per la prima volta ma il cui ruolo è stato immediatamente riconosciuto.
Il Monte Musinè ci ha accolto senza distinzioni. Oltre ai nostri, c’erano anche dei bambini felici e curiosi di assistere a una lezione di storia senza cattedre e banchi scolastici. Stare insieme e fare gruppo, ognuno secondo le proprie capacità, è stato come trovarsi in una cordata che ha lasciato fuori pregiudizi e differenze. Un’apertura nel percorso della vita dove ognuno può cercare e trovare la propria strada.
La vita esterna è la cartina tornasole delle nostre conquiste interiori, delle nostre consapevolezze. I ragazzi sono stati perfettamente integrati col gruppo e il contesto di cui erano parte. Andavano spontanei con un ritmo che gli permetteva di essere sé stessi ma anche membri attivi di una comunità. Non quella del grande albero ma quella di una collettività a cui si partecipa volontariamente.
Tornati a casa, col buio, abbiamo visto nei loro occhi la convinzione di aver speso al meglio la giornata. Oltre ad aver trascorso un pomeriggio diverso dal solito hanno scambiato parole ma soprattutto hanno vissuto un’esperienza comune da cui ripartire.”
Federica Caputo
Salvatore Smedile
Ho già espresso il mio parere in altro post e ribadisco che non ci siamo accorti di avere questo gruppo con noi tutto è scorso naturalmente e senza intoppi, domande e risposte su molte cose e quando alla fine della giornata, era ormai buio, si è fermato il pulmino su cui c’era il gruppo per salutarmi e ringraziarmi, solo allora, mi sono reso conto di cosa era successo.
L’articolo spiega bene e devo ringraziare gli scriventi per la loro disponibilita a trattare questo argomento e confido che ci saranno altri incontri con uno scambio proficuo di emozioni idee e notizie che arricchiranno entrambi i gruppi.