UN PO’ DI NEVE!

Premessa

Il Natale è passato senza neve non, neppure l'ombra! Chissà, forse il buon Dio a furia di sentire le nostre lamentele per i disagi causati dalle nevicate, ha deciso di non far più nevicare. Ma che Natale è senza la neve? E poi, con l'inquinamento da polveri sottili come la mettiamo? Mah!, mi sa che se nevica un po' è meglio e dobbiamo smetterla di lamentarci ogni qual volta qualche centimetro di neve copre le nostre strade. La neve è un'evenienza meteorologica che ha una sua utilità e un suo fascino particolare capace di creare un ambiente diverso, ovattato, candido, surreale.
Foto 1Val della Torre (località Mulino): nevicata del 28 febbraio 2005.
Neve al suolo alle ore 12,30 cm 38.

Ora il tempo è cambiato: un po' di neve è arrivata! E un ricordo che vorrei rivivere si fa largo nella mente. E' un sogno ad occhi aperti che mi porta là dove all'alba salivo con gli sci ai piedi muniti di pelli di foca. La neve, ancora gelata dal freddo notturno, scricchiolava sotto gli sci. Di tanto in tanto qualche fermata mi consentiva di ammirare quel candido mantello che, celando ogni asperità, mi infondeva nell'animo una sensazione di candore e di pace. Il cielo azzurro disegnava i contorni delle vette e, contrastando accesamente con la neve eburnea, pareva dovesse, d'un tratto, avvolgere tutto.
Il riverbero del sole sulla neve, giocava tiri mancini agli occhi che, sebbene protetti dagli occhiali, non erano in grado di rilevare con precisione le irregolarità del terreno. Tutto sembrava uguale. Pareva di muoversi su di un mare di nuvole immerso nell'azzurro, come se si volasse.
In alto, sulle vette, il vento giocava con la neve sollevandola in nubi dalla forma bizzarra. La visione di questi fantasmi di neve e vento durava pochi secondi, poi il loro disegno mutava come in un susseguirsi di magiche proiezioni.
La fatica della salita lasciava la mente ormai inebriata da tanto splendore. Poi la discesa: un volo leggero verso la valle su un paio di sci.

Foto 2-3
Val della Torre (località Mulino): nevicata dal 29 gennaio al 2 febbraio 2012.
Neve al suolo alle ore 18 del 2 febbraio cm 56.

Che cos'è la neve?

Sento il vostro commento: “Che domanda stupida!”. Pazienza, a costo d'essere scontato e noioso ripropongo qualche semplice concetto.
La neve, come il ghiaccio, è acqua allo stato solido e si origina quando il vapore acqueo dell'atmosfera passa direttamente allo stato solido. Ciò avviene quando la temperatura è inferiore a zero gradi centigradi. Artificialmente questo processo è riprodotto dagli impianti d'innevamento artificiale che nebulizzano l'acqua ma non possono funzionare a temperature non inferiori a 0 °C.
La condensazione del vapore acqueo origina dei veri e propri cristalli di neve che hanno svariate forme a seconda delle condizioni ambientali. Se consideriamo la neve mentre cade o quella appena caduta, distinguiamo ben 10 forme cristalline principali e un totale di 80 diversi tipi di cristalli secondari. Nelle nostre zone, i cristalli comuni sono quelli che si generano a temperature comprese tra 0 e –8 °C; quindi cristalli compresi tra i tipi F1 e F4 della tavola 1, con una maggior presenza di F1 e F2.

Tav. 1 Cristalli neve

La neve che cade è esposta a numerosi fattori fisici (temperatura, umidità atmosferica, vento, forma dei cristalli) che determinano il grado di coesione dei cristalli in aggregati più o meno grandi: i fiocchi.
Le caratteristiche fisico-meccaniche che determinano lo stato della neve possono essere ricondotte alle seguenti grandezze:
 Densità – Espressa in Kg/m3 , varia al variare del tipo di neve. Il valore della densità non è costante per tutto lo spessore del manto nevoso. Il valore massimo della densità si riscontra nel terzo inferiore dello spessore del manto nevoso (tav. 2).

Tav. 2 Densità neve

 Contenuto in acqua libera – Condiziona la coesione, la resistenza al taglio e alla trazione della massa nevosa. E' possibile, con un sistema empirico, rendersi conto della quantità d'acqua libera presente nella neve. E' sufficiente fare una palla di neve e valutarne la coesione (tav. 3).

Tav. 3 Acqua libera neve

 Gradiente termico del manto nevoso – E' la differenza di temperatura, in °C, tra la superficie nevosa e l'interfaccia suolo-neve. Viene espresso in °C/metro. Esprime la quantità di vapore acqueo che può circolare nella massa nevosa.
 Coesione – Forza che determina l'adesione reciproca dei cristalli di neve. Varia al variare del grado di compattazione del manto nevoso (tav. 4).

Tav. 4 Coesione neve

 Resistenza allo sforzo meccanico (compressione, trazione, taglio) – Grandezza che definisce la capacità della neve di contrastare l'azione di forze orientate miranti alla fratturazione della massa nevosa. La neve oppone la resistenza maggiore alle sollecitazioni di compressione, mentre la trazione oppone 1/10 della resistenza a compressione e il taglio 1/100 della stessa (tav. 5).

Tav. 5 Resistenza neve

La neve che cade al suolo in assenza di vento ha una deposizione uniforme e scende a una velocità compresa fra 0,3 e 2 m/sec. In presenza di vento la neve viene deposta con criteri che dipendono dalla direzione e dalla forza del vento stesso. In ambiente montano, questi parametri, sono soggetti ad una notevole variabilità dipendente dalla quota e dalla configurazione fisica del terreno. In genere i versanti sottovento ricevono più neve e l'accumulano sotto ai colli o alle vette. Quando però si ha vento debole e neve bagnata è il versante sopravento a ricevere più neve.
Deposta al suolo la neve subisce, a livello cristallino, un processo metamorfico che agisce su 2 fronti: quello termico e quello meccanico. Al variare delle condizioni atmosferiche si ha una metamorfosi del manto nevoso che muta le proprie condizioni fisico-meccaniche compattandosi o raggiungendo condizioni critiche per il distacco di valanghe o slavine.
Con il termine valanga intendiamo una massa di neve che precipita, in modo improvviso e rapido lungo un pendio, dopo aver subito il distacco dalle masse vicine e dagli strati inferiori (o dal suolo) su cui poggia. Le valanghe possono essere raggruppate in 2 gruppi principali:
 Valanghe polverose: Composte di neve asciutta. Scendono a velocità che, mediamente, raggiungono i 360 Km/h (con punte di 500 – 800 Km/h). Si formano in alta montagna.
 Valanghe di fondo: Composte da neve umida. Scendono con velocità variabili da 30 a 150 Km/h.
La perdita di aderenza della massa nevosa che genera una valanga, è dovuta soprattutto alla neve poco compatta, allo scarso attrito opposto dal suolo e all'eccessivo peso della neve accumulata. Le condizioni favorevoli al distacco della massa nevosa sono: pendii ripidi e uniformi, pendii convessi verso monte, pendii concavi verso valle, rotture di pendenza, conche e circhi glaciali, canaloni, creste sul lato sottovento, le giornate ventose, le nevicate recenti e il repentino riscaldamento della neve dovuto a insolazione o pioggia. A queste cause naturali vanno aggiunte quelle causate dall'uomo e cioè: le cadute e il mancato rispetto delle norme fondamentali di sicurezza e dei divieti.
La slavina altro non è che una valanga a lastre o lastroni di neve compatta che si frantuma durante il percorso.
La struttura del manto nevoso si presenta stratificata, per via delle precipitazioni susseguitesi nel tempo, ma non sempre ben distinguibili, e subisce continue modifiche ad opera dagli agenti atmosferici. Pure la superficie della massa nevosa subisce continue modifiche e determina quei cambiamenti di aspetto che possono aiutare nell'interpretazione delle sue caratteristiche (tav. 6).

Tav. 6 Superficie neve

Prevenzione, protezione e soccorso in caso di valanga

Il territorio di Val della Torre non raggiunge altitudini critiche per l'innesco di valanghe ma credo di far cosa utile rammentando, a tutti i valtorresi che frequentano la montagna, alcune semplici norme di sicurezza e di soccorso.
Chi frequenta la montagna innevata non può esimersi dal conoscere qualche consiglio sul come prevenire il rischio valanghe. L'importanza della prevenzione è avvalorata da un dato impressionante: il 95% degli incidenti da valanga sono provocati dalle stesse vittime. Poche semplici attenzioni possono salvare la vita a scialpinisti o escursionisti. Prima e fondamentale cosa da fare è consultare il bollettino valanghe che, per il Piemonte, risponde allo 0113185555 oppure su www.arpa.piemonte.it. La tavola 7 può chiarire quali siano i gradi di allerta alla luce dei quali bisogna agire di conseguenza evitando uscite avventate.

Tav. 7 Scala pericolo valanga

Sul campo è possibile valutare l'inclinazione del pendio utilizzando i bastoncini da sci. Operare come segue: disporre un bastoncino verticalmente e l'altro in modo che formi un angolo di 90° con il primo (battuta sulla rosetta opposta al manico) e dal capo opposto sia a contatto col pendio nevoso. Se l'intersezione fra i due bastoncini cade a metà di quello verticale il pendio presenta un'inclinazione superiore a 25° ed è quindi pericoloso per il distacco di valanghe. E' evidente che le posizioni di intersezione cadenti nella metà superiore del bastoncino verticale indicano pendenze più elevate e quindi maggior pericolosità.
È necessario valutare con attenzione l'ambiente in cui ci si muove: la presenza di valanghe recenti, i bruschi cambiamenti di temperatura, il prodursi di rumori di assestamento, sono tutti segnali che indicano zone soggette a valanga. Se si è in gruppo occorre tenere una distanza di almeno 10 metri fra un escursionista e il successivo (distanza di alleggerimento) ciò per evitare sovraccarichi sul manto nevoso. Bisogna altresì tener presente che tutte le caratteristiche elencate in precedenza variano considerevolmente da un versante all'altro poichè cambia l'esposizione del manto nevoso.
Di capitale importanza nel soccorso dei travolti da valanga è avere in dotazione la pala, la sonda e usare l'ARTVA (Apparecchio per la Ricerca Travolti da Valanga). Questo strumento consiste in una ricetrasmittente che emette un segnale captato da altre apparecchiature simili impostate in modo “ricezione”. Il travolto da valanga può essere localizzato dai compagni di escursione fortunatamente scampati che, impostando adeguatamente l'ARTVA, ricevono il segnale emesso dal sepolto e possono mettere in atto la procedura di autosoccorso. Comunque, in caso di incidente, è necessario chiamare il 118 a cui si dovrà comunicare nome e recapito telefonico, tipo di incidente, ora e luogo dell'incidente, persone coinvolte e condizioni meteo. L'autosoccorso è importante poichè permette di soccorrere rapidamente il travolto che ha il 93% di probabilità di sopravvivenza se liberato dalla neve entro i primi 18 minuti. Questa percentuale si riduce drasticamente al 30% dopo 35 minuti. La procedura di autosoccorso consiste sostanzialmente nell'individuare, come già detto, la posizione dell'infortunato localizzandola con precisione grazie alla sonda che sarà lasciata infissa nella neve ad indicare il punto esatto. Con la pala si inizia a scavare a circa un metro dalla sonda verso valle a lato della medesima. Individuato il ferito bisogna continuare a scavare con le mani e liberare innanzitutto le testa e il torace. Verificata l'assenza di ostruzioni delle vie respiratorie è possibile, se necessario, iniziare la rianimazione (respirazione bocca a bocca, massaggio cardiaco ecc.) proteggendo dal freddo il ferito.
È altresì da ricordare che chiunque non rispetti la normativa in vigore e causi il distacco di una valanga è imputabile di un reato che può essere sanzionato penalmente con la reclusione da 1 a 5 anni.
Giovanni Visetti

4 commenti
  1. bruno
    bruno dice:

    Concordo con quanto scritto nel primo paragrafo..
    Non siamo più IN GRADO DI SOPPORTARE alcuni cm di neve e poi ci lamentiamo che non cade.
    Gli agricoltori e noi stessi abbiamo bisogno di questo evento meteo. Quello meno indispensabile a me pare che sia per gli impianti sciistici, attivita non indispensabile rispetto a molti altri (es coltivazioni, risorse acqua, ambiente ecc..).

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    • Giovanni Visetti
      Giovanni Visetti dice:

      Bruno, hai proprio ragione. Purtroppo dove “nevica firmmato” (come scrive Mauro Corona) c’è in ballo un mucchio di soldi e la gente se ne frega di tutto il resto; salvo poi pagarne le conseguenze che spesso sono serie come l’inquinamento (si veda la situazione delle polveri sottili di questi ultimi periodi).

      Rispondi
  2. anna
    anna dice:

    Volendo aggiungere un po' di poesia si potrebbe dire che la neve scende a fiocchi bianchi dal cielo come una manna, non solo per sfamare ma anche per purificare.

    Rispondi

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