TRACCE DI ANIMALI NEI BOSCHI

Durante le nostre passeggiate nei boschi di Val della Torre, facendo un po' di attenzione, si può notare, sui substrati molli o che si sono consolidati da breve tempo, delle impronte che ci confermano la presenza di svariate specie animali. L'osservazione delle tracce lasciate dagli animali può informarci su diversi aspetti riguardanti il legittimo proprietario delle medesime. Si può dedurre il peso di chi ha lascito la traccia, la sua velocità; ma anche scene di vita come la fuga di una preda o l'alzata in volo di un uccello. Per poter far ciò occorre, in primis, essere in grado di attribuire un'orma al suo legittimo proprietario. Ecco alcune brevi note che possono favorire tale compito.

Prendiamo, prima di tutto, in considerazione il substrato, su cui l'impronta è impressa. Se si tratta di fango fresco l'impronta è, in genere, riprodotta fedelmente mentre la neve tende a deformarla in seguito a fenomeni di scioglimento e ricongelamento. Queste ultime tracce, se non sono recenti, possono creare seri problemi interpretativi.

Stabilita la reale forma dell'impronta si procederà alla valutazione delle dimensioni, della posizione dei cuscinetti plantari (per le impronte dei mammiferi), delle unghie (se presenti) e delle dita di cui si rileverà anche il numero e le relative dimensioni.

L'attenta rilevazione delle precedenti caratteristiche ci consentirà di restringere il campo di ricerca, visto che ogni gruppo di animali simili lascia tracce simili in virtù della deambulazione altrettanto simile. Saremo in grado così di praticare una prima distinzione tra animali poggianti a terra l'intera superficie del piede (es. il tasso), animali che appoggiano al suolo le dita e il cuscinetto plantare (es. lince, cane, lupo), animali che si sorreggono poggiando il terzo e quarto dito (ungulati) oppure animali che saltano (es. coniglio, lepre) e così via.

Per convenzione le dimensioni delle impronte si misurano senza considerare i segni delle unghie e degli speroni. Le tracce lasciate dai felini sono le uniche che non presentano i segni delle unghie, perchè sono retrattili. Notata questa prima macroscopica caratteristica si prosegue con la rilevazione della morfologia più dettagliata.

Tracce di forma tondeggiante in cui è ben visibile il cuscinetto plantare impresso al di sotto dell'impronta dei 4 cuscinetti delle dita, e in cui non si notano le impronte delle unghie, sono riconducibili al gatto (Felis sp.) [fig. 01].

fig-01

Tra le impronte più comuni visibili sui nostri sentieri si annoverano quelle dei cani (Canis familiaris) [fig. 02],

fig-02

esse presentano netti i segni delle unghie e un cuscinetto plantare di forma triangolare rispetto al quale le impronte delle dita sono disposte simmetricamente lungo l'asse maggiore. La forma, arrotondata e di dimensioni contenute lascia presupporre la presenza di un cane ma se le impronte raggiungono i 9 – 11 cm di lunghezza per 8 – 10 di larghezza potrebbero appartenere ad un lupo (Canis lupus) oppure ad un cane di grossa taglia.

Le impronte della volpe (Vulpes vulpes) sono simili a quelle del cane ma generalmente più piccole (cm 5 per 3,5 circa), di forma ellittica e con il cuscinetto plantare meno marcato.

I piccoli mammiferi, visto il loro scarso peso, lasciano impronte meno marcate ma non per questo invisibili. Fra questi animali è riconoscibile la traccia lasciata dalla faina (Mustela faina) che ha forma arrotondata od ovale con dimensioni che variano dai 3,5 ai 4 cm per 3. Essa presenta i segni delle unghie, ben evidenti, all'estremità dei 5 cuscinetti delle dita ma può succedere che questi si riducano a 4 per l'assenza o la scarsa visibilità dell'impronta del dito più interno. Evidente è il segno del cuscinetto plantare mentre l'intera impronta è contornata dalla traccia del perimetro del piede.

Fra gli animali che possono vivere dalle nostre parti possiamo citare anche il tasso (Meles meles) le cui orme [fig. 03]

fig-03

presentano, netti ed evidenti, i segni degli artigli lunghi circa 2 – 3 cm per le zampe anteriori e meno per quelle posteriori (circa cm 1). I cuscinetti delle dita sono allineati in maniera quasi parallela.

Meno marcate delle precedenti sono le orme dalla lepre (Lepus sp.) che, avendo la pianta del piede ricoperta di peli non lascia impronte facilmente leggibili. La presenza di questi lagomorfi è comunque evidenziata dall'insieme delle tracce tipiche di un animale che procede a salti. Esse assumeranno una configurazione a “Y” in cui i 2 vertici superiori corrispondono al segno lasciato dalle zampe anteriori, mentre quello in basso è prodotto dalle zampe posteriori.

Le impronte degli animali di grossa taglia sono ben chiare e tradiscono la loro presenza. Nei nostri boschi non è raro notare impronte formate da 2 zoccoli alquanto sottili e appuntiti alla sommità la cui dimensione può variare dai 4 ai 5 cm di lunghezza per 3 di larghezza. Queste sono le impronte del capriolo (Capreolus capreolus) [fig.04].

fig-04

Un altro ungulato che saltuariamente può giungere nel nostro territorio è il muflone (Ovis musimon). Le sue orme [fig. 05],

fig-05

ben più grandi di quelle del capriolo benchè alquanto simili, si possono distinguere per una maggior divaricazione tra le impronte dei 2 zoccoli (sinistro e destro) ovviamente della stessa zampa.

Animale ormai diffusissimo sul nostro territorio è il cinghiale (Sus scropha) e quindi le sue tracce sono facilmente rilevabili. Le dimensioni delle impronte [fig. 06]

fig-06

possono variare tra 6 e 9 cm di lunghezza e i 5 – 7 di larghezza; la loro forma è definita a trapezio e presenta spesso il segno degli speroni posti in posizione molto laterale.

Rari, ma qualcuno asserisce di averne visti probabilmente discesi sino a noi dal monte Civrari, sono i camosci (Rupicapra rupicapra). Questi ungulati lasciano impronte inscrivibili in un rettangolo di circa cm 6 per 3,5 – 5 con l'impronta degli zoccoli allungata e diritta.

Meno facile risulta l'interpretazione delle orme degli uccelli [fig. 07]

fig-07

poichè si presentano alquanto simili se si escludono quelle dei palmipedi; tipicamente riconducibili ad essi grazie alla configurazione del piede palmato.

Impronte meno appariscenti, ma non rare in prossimità di zone umide, sono lasciate da rane (Rana sp.) e rospi (Bufo sp.). Questi anfibi anuri imprimono il segno delle loro zampe anteriori, contraddistinte da 4 dita, e di quelle posteriori, con 5 dita, nel fango. Le orme della rana sono più slanciate e allungate rispetto a quelle del rospo che si presentano più massicce nel loro insieme [fig. 08].

fig-08

La differenza di andatura fra i due anfibi ne facilità la distinzione: la rana procede a salti mentre il rospo progredisce camminando.

Termino qui questa breve descrizione pur sapendo che le orme descritte non coprono l'intera gamma di tracce visibili nei nostri territori. Mi auguro, però, di aver suscitato un minimo di interesse e d'aver contribuito a far sì che, durante le passeggiate nei nostri boschi, ci si guardi attorno con un po' più di attenzione. Se ciò avverrà avremo la possibilità di individuare la presenza di specie animali che di rado si riesce a vedere o che, per essere viste, richiedono appostamenti lunghi ed estenuanti.

Cerchiamo, nei piccoli indizi, ciò che la Natura ci può trasmettere!

 

 

Giovanni Visetti

 

3 commenti
  1. bruno
    bruno dice:

    Una nuova puntata di osservazione del nostro territorio.Queste piccole nozioni una volta erano la normalia della vita quotidiana
    ora un po per volta la maggioranza della popolazione non è più abituata a osservare le tracce sul terreno. Anche se breve
    a detta dello scrivente reimpariamo a riconoscere quanto appare sul terreno anche semplicemente per sapere cio che vive nel nostro territorio.
    Un grazie a chi ci da questa possibilità.

    Rispondi
    • anna
      anna dice:

      I bambini non conoscono il mondo animale, soprattutto quelli che non vivono in campagna, perchè la nostra società ha perduto il contatto con la natura, e noi non siamo stati in grado di fornire loro questo tipo di esperienza perchè non ne siamo più capaci.
      Questo non per tutti, per fortuna! Basti guardare i bimbi che frequentano le gite valtorresi del GANV, attraverso le quali possono fare esperienza pratica.
      Grazie come sempre a Giovanni per queste pillole di osservazione degli abitanti dei boschi che si fanno riconoscere dalle loro impronte.

      Rispondi

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